MONOLOGO DI UN NAUFRAGO
Eduardo Quiles
Traduzione di Gretta Frizzo
Personaggi:
Abdul
Nell'oscurità si sente il rumore del mare impetuoso, mescolato con il ronzio di lontane eliche d' un elicottero. Poi, sotto luci zenitali, si leva Abdul, un uomo giovane, di colore, a bordo di una specie di zattera fatta con travi di legno. Il giovane, con un remo in mano, avanza con lentezza, immerso in una nebbiolina, attraverso il corridoio centrale della platea. All'interno della barca si percepiscono alcune figure sedute e immobili, come sprofondate in letargo.
Abdul: Amici, ce la faremo, davvero! Non credete ad Abdul Husayn? Allora guardate, osservate la costa e le luci della civiltà. Europa in vista. Ah. Ah. Ah. E' fantastico, sognare così a lungo i paesi ricchi e averli adesso a portata di mano. E ricordiamoci di festeggiare, eh? Abdul vi ha detto che avrebbe ballato per voi sul bordo della barca e lo stava per fare… ma l'impazienza e l'entusiasmo vi invadeva, tanto che il compagno di Costa d'Avorio ha tirato fuori una bottiglia e così si è iniziato a bere e prima del previsto era già divampata una gran festa in mezzo al mare con palme, canti, danze e adesso siete tutti esausti, stremati da tanto ritmo e baccano. Sentite? Addirittura un elicottero è venuto a prenderci, ciao, ciao, eh, ragazzi! Siamo qua sotto, fatevi vedere, non volete farvi un goccio? Un sorso di… ( Pausa. ) E' gente progredita, vedi i loro viaggi spaziali, i video-telefoni ma, almeno nella corsa, non mi battono di sicuro. Se non fosse stato per quella maledetta lesione saltando gli ostacoli che mi ha allontanato dall'altletica, sarei entrato in Europa dalla porta gloriosa di qualche Olimpiade… ( Squilla un cellulare. Abdul parla senza utilizzare il suo. ) Sei tu, Omar? Che gioia sentirti. Sì, tutto va che è una meraviglia. Presto potrai portarmi in una di quelle discoteche col raggio laser che fanno scoppiare il cervello… Davvero, tutto procede col vento in poppa. E lo sai chi sta portando la barca? Dài, indovina, ah, ah, ah. No, il padrone no, quello non è più sulla barca, se ne è andato per le onde, sì, sì, è stato troppo forte, ha detto, arrivederci a mai più, che' ora avete davanti a voi il futuro, ce l'avete in tasca. ( Pausa. ) Si vedeva che era geloso, si è buttato in acqua ed è tornato a casa dando certe bracciate come se l'oceano a quest'ora del mattino fosse una piscina riscaldata. Ah, ah. Come? Se abbiamo bisogno di qualcosa? Niente, amico, tutto sotto controllo! Solo che il padrone se l'è svignata col motore, sì, sì, te lo giuro, qui perso per perso non c'è manco il motore fuori bordo. Perché credi che stia portando la barca a remi? E gli altri marinai, là che dormono. Non sai che festa hanno organizzato quando se ne andato il padrone. Eh, Omar, mi senti? No, è caduta la linea! Tremo. Vento, come soffi. Lo sai? Non molto tempo fa le mie gambe avevano la stessa tua forza e volavano… Vuoi una dimostrazione? Un giorno, vento sbuffante, ti sfiderò e ti lascerò indietro e alla fine mi farai il solletico alle costole, ah, ah, ah. (Pausa. ) Sono certo che dietro quelle luci scintillanti ci sono sale operatorie sofisticate che in un batter d'occhio smontano un ginocchio fracassato e sistemano tutti gli ossicini al loro posto. E Abdul sarà di nuovo la lepre del deserto… ( Squillo del telefono cellulare. ) Sì, ah, sei lì, Omar? Dicevi? Se ci servono acqua, coperte, cibo e… Per favore, Omar, non essere allarmista. Ti ha chiamato Karim ieri con brutte notizie? Bah! Karim è un pessimista, ma se c'è un mare così calmo da mangiarselo e certe stelle… Amico, vuoi che ti descriva le stelle che rischiarano la barca? E' fantastico! E' come se il cielo si immergesse fra i pesci volanti e l'oceano si perdesse fra le nuvole, per questo le stelle mi fanno l'occhiolino dall'alto… Ma certo, Omar, è la pura verità! Inoltre continuiamo a sentire il rombo dell'elicottero ma non si vede ancora. Non ti sento! Quanti siamo sulla barca? Eravamo o siamo? Ah, sì. Quando partimmo eravamo diciotto, sì, ecco, quindici uomini e tre donne. Come? Dov'è il resto? Beh… Eh? C'è chi c'è, e per di più sonnacchiosi, certo! La barca si trasformata in un'oasi non appena abbiamo avvistato le luci dorate della costa. E' naturale, no? O vuoi che dopo tanti sacrifici, risparmi e speranze ci fossimo messi a piangere alla vista del futuro così ammicante a poche miglia di distanza? Nossignore, sii comprensivo, sii ragionevole, sì, sì, proprio tu. Come? Ti sento male. Va bene, d'accordo, che? Se sono capace di contare? Omar, lo sai che Abdul ha superato brillantemente il corso di matematica, perciò, amico, vedi di non sottovalutarmi. Dicevi? Dipende, conterò quelli che ci sono… Kamal, Ali, Ammad, Sadek, Karim, Muhammad… e io, Abdul Husayn… Sette! Ecco, siamo sette. Il resto? Staranno nuotando sotto la barca, facendo pesca subacquea, vorranno festeggiare l'ingresso in Europa con salmone alla piastra… Ah. Ah. Ah. (Pausa.) Super… cosa? Superstiti? Di che parli, Omar? Ti sei lasciato influenzare dalle frottole che ti racconta Karim per telefono. Questa non è una barca di sopravvissuti, bensì una barcaccia di corridori disposti a rischiare la pelle in mare pur di ottenere un posto di lavoro e costruirsi un futuro. Eh! E' caduta la linea un'altra volta… ( Canticchia. ) Mettersi in mare/ e sulla barca/ disegnare la mia stella/ sopra una vela. ( Pausa. Squillo del telefono. ) E ora chi mi chiama? Amira, sei tu? Sì, amore mio, sto bene, ma certo! Con la prua che già accarezza l'Europa, non sto sognando, ce l'ho davanti ai miei occhi. Perché non ho lasciato che ti imbarcassi? Tesoro, non ci stava più uno spillo sulla barca e… d'accordo, la situazione è disastrosa, ma tu torna in Ghana e resisti un altro po', sì, resisti, è questione di tempo, qui c'è lavoro, e buoni salari, lavorerò duro, ovunque sia, nelle piantagioni, nel settore della plastica, risparmierò, mi opereranno il ginocchio e gli euro verranno verso di me come se avessi una calamita, ah, ah, ah. Ma certo, cielo! E' fantastico. Devi aver fiducia, Amira, affitterò un appartamento per noi due, col suo bel frigorifero, la lavatrice, la tivù, la posateria, il microonde… Ti sento male! Con queste onde… Amira, non sto fanstanticando, ho l'Europa davanti al naso, mi sta guardando, apre le braccia, sorride, si avvicina come un'uri, seducente, ah, questa Europa è più di un sogno. Come? Che succede adesso, Amira? Mi senti… strano? Non mi riconosci? Sono il tuo Abdul, piccola. Cambiato? Io? E' il progresso, Amira, il progresso cambia tutto,cambierà anche te, vedrai, amore mio. Mi senti? Cosa? Una prova? Quale prova? Vuoi sentire un'altra voce che non sia la mia dire le stesse cose? Va bene, d'accordo, aspetta un momento…Ehi, smettetela di dormire! Amira vuol parlare con uno di voi. Alzati Karim, sveglia, Muhammad, smetti di ronfare Sadek e dì ad Amira che quelle luci di paese opulento che ammiccano sono vicine a noi… ( Pausa. ) No! E' caduta la linea un'altra volta… ( Canticchia. ) Cantano gli uccelli della scogliera / svolazzando sopra il porto:/ più che l'azzurro dell'orizzonte / è importante la meta del loro volo. ( Pausa. ) Ah! Cosa scende ora dal cielo? E che significa questo frastuono? Qulle luci, quel fulgore accecante… ( Sul suo spazio scenico si delinea confusamente la sua figura.) Che meraviglia. E'… è un'aeronave piena di angeli. Che splendore, tanta luminosità stordisce. Ragazzi, svegliatevi, individui alati ci vengono incontro e scendono con delle corde verso di noi e ci parlano… Benedetto sia il profeta! Ci guardano in tal modo e hanno un aspetto… Che situazione… Non è che il sole mi avrà dato alla testa? Voi, ascoltate, perché portate l'uniforme? Sì, dico a voi, chi siete? Del servizio Emergenza e Sicurezza? E cosa c'entra questo con noi? Naufragio? Morti? Chi è morto? State delirando? E voi come… come vi permettete di dire che Kamal, Ali, Ammad e gli altri sono…? Le è dato di volta il cervello, amico…Eh? Da quanto tempo navighiamo? Tempo? Mi faccia pensare… ( Si illumina la zattera con Abdul immobile, che non lascia il remo.) Lasciammo la costa del Sahara il giorno… sì, ecco, quattordici giorni in mare, è molto tempo, vero? ( Suona il telefono. ) Amira, amore mio, sei tu? Se sto bene? Beh… io sì, ma questa gente sembra fuori dalla realtà… Insomma, ti sento poco…e d'altra parte non riesco a capire… l'Europa è lì, più vicina che mai… Posso toccarla con la punta delle dita… te lo giuro, è lì… ma c'è anche… c'è un elicottero sulle notre teste e gira e gira e anch'io giro e in mezzo al vortice cerco di identificare, capire chi siano queste persone e credo, Hallà mi perdoni, che non siano angeli.
Buio.