Un'Ofelia senza Amleto


Lord Hamlet is a prince out of thy star.
Shakespeare

Spettacolo teatrale per un'attrice ed un'attrice-manichino


di Eduardo Quiles

Traduzione di Maria Teresa Perego in Gavotti

 

La scena è una macchia oscura. Una luce mobile scopre Ofelia seduta in platea, mente apre una scatola di cioccolattini avvolta in una carta da regalo fantasia.

OFELIA.- Hum! Che cioccolattini... sono la mia passione ... Pausa. Ma non so perché sono qui seduta, a gustare dolciumi... (Si alza). È urgente che metta i piedi sull'asfalto e cerchi Amleto nei grandi magazzini della vita... (Evocando un frammento di Shakespeare.) "Sua altezza Amleto è un principe ed è fuori dalla tua stella..."(Pausa) Quando conobbi Pepe, pensai: è lui, non c'è dubbio, perché alle soglie del secolo XXI Amleto potrebbe essere... perché no? Un dentista di successo...

(La stanza si riempie di luce: è uno spazio scenico con suggerimenti di porte illuminate. Nel lato destro appare, seduta in una sedia a dondolo, obliqua rispetto al pubblico, il manichino-attrice che simboleggia la madre sorda, la quale indossa un cappello a fiori fuori moda e lavora a maglia. Nell'altro angolo c'è un tavolo rotondo vestito. Sopra di esso: champagne, candele e rose rosse in un vaso di porcellana con figure femminili alate. Si distingue anche un attaccapanni con una collezione di cappelli dei personaggi maschili che agitano l'universo mentale di Ofelia, la quale sale sulla scena e avverte subito la presenza del manichino-personaggio).

Ah! Ma sei qui? Mamma, non saresti dovuta venire... Così d'improvviso, tra l'altro questa sera festeggiamo il nostro anniversario di nozze... Per di più è successa una cosa molto imbarazzante... (Pausa.) Così grave che posso raccontarla soltanto ad una madre sorda. Hai staccato un po' l'auditofono, vero? Bene... Mio marito mi inganna con una delle mie migliori amiche... (Pausa.) Con le mie migliori amiche, no, solo con una! (Pausa.) Che perché devi essere sempre tu l'ultima a saperlo? Insomma, non succederà più, ci installeremo un fax... (Pausa.) Il giorno tale, alla tale ora, nel tale motel, sotto un piumone viola abbinato alla decorazione, mio marito pim pam... (Pausa.) Inoltre, ti ricordo il nostro patto , tu, qui, lavori a maglia e tieni la bocca cucita... (Gesto contrariato della madre.) Oh, la madre che non può parlare..., che figlia, abbandono, incomprensione generazionale, uffa, vinci tu, dimmi qualcosa... No! (Si avventa contro di lei) Che pur di dire la tua, ti spuntano le parole fin dalle sopracciglia...

Musica

Qual'è la mia estasi?/ Dove il mio piacere?/ Nel letto coniugale/ o sotto una luce dorata/ assumendo il mio ruolo?

Chi ha detto che amare sia/ guardare nella stessa direzione?/ dev'essere stata una scimmia ammaestrata/ smarrita nella sua opinione.

La mia esistenza/ è puro fiele,/ l'essere amato/ mi è infedele e/ a mio giudizio/ quella burrasca di lenzuoli/ mi fa uscire dai gangheri.

Sono Leone, ma/ non so se lo desidero/ E lo zodiaco/ trottando sul suo ronzino/ dice che sono/ per i suoi baci/ e per le sue ossa./ Non ci faccio caso./ È uno snaturato,/ un concubino e/ devo ammettere/ che il mantenuto bricconeggiando in giro/ sa cadere in grazia./ Corteggiatore nato,/ ama incanaglirsi strada facendo e corteggiare la prima che gli capita. Qual'è la mia estasi?/ Dove il mio piacere?/ In un letto coniugale/ o sotto un riflettore/ assumendo il mio ruolo?

Pausa.

(Si sente un rumore spaventoso.) Costui è il ribelle dai capelli ricci... (Corre ed apre la porta.) Oh mio Dio, che disastro! Dovresti vederlo, mamma, cerca di impiccarsi attaccandosi al lampadario del soffitto, utilizzando la cravatta come nodo scorsoio, e lo stupido ce l'ha distrutto, un lampadario regalatoci dalla Marchesa Marilinda quando Pepe le tolse con un tale ardore il dente del giudizio che la lasciò senza giudizio, come venne dimostrato nel giudizio successivo. Oh, ma che dico! (Suona il telefono. Alza il ricevitore.) Sì, amore? Certo, amore, lascia che indovini... Si tratta forse di conferenza di ultimo momento nella sessione permanente degli Odontologi Nottambuli? (Pausa.) No? Che sei di guardia nella clinica privata dei tuoi soci...? Già.. (tra sè) E dimentica che sera sia oggi (Pausa.) Non c'è dubbio che arriverai all'alba, all'alba, fanciulla che vado alla vendemmia, tornerò irrorato di orgasmi come don Giovanni (A sua madre.) Sapevi chi fosse, no?... (Pausa.) Ricorda... Io provavo l'Ofelia.. quell'altra, naturalmente. (Rimane assorta, dopo corre verso il margine del proscenio, prende un libro delle opere di Shakespeare e mormora sotto a un riflettore) Oh, Amleto, perdonami! (un'altra sfumatura.) Io ti amavo prima, Ofelia... e se ti ostini a sposarti, sposati con uno scemo; perché gli uomini accorti sanno molto bene... (Sospira, come tornando in sé, e lascia il volume mentre si dirige verso il manichino-personaggio.) D'accordo, mamma, l'Amleto è finzione, irreale fin che vuoi... ma era il mio mondo... Ofelia non voleva smettere di essere Ofelia, ma ho perso il mio treno e mi avete fatto prendere un altro in cui un illustre odontologo era il gran macchinista... E così mi sono divisa in due, sì, fu un matrimonio di due facciate una sposa davanti all'altare e l'altra cercando Amleto nei soppalchi della sua mente.... (Pausa.) Restai fuori gioco... Mi sembrava di aver perso il senno. Il sesso, no, mamma, la testa! La cresta? Va bene, la cresta. (Si mette gli occhiali, posa dottorale.) Ascolti il suo psichiatra: non è lunatica, solo che i suoi neuroni credono che la vita sia una discoteca e si muovono a ritmo di salsa... (Sospira.) Quando mi ricoverarono conobbi altri esseri con i neuroni altrettanto baldanzosi... (Si sente una musica di Mahler.) Nella clinica del silenzio alcuni uomini si innamorarono di me... (Conta con le dita.) Un cleptomane bellissimo, (Si mette un cappello da detective.) Un tale Harry il Lurido...

(Cambia il cappello per una paglietta e fa mostra di un bastone di tip tap, mentre mormora:) E' un regalo di monsieur Tiptape.

Musica.

Il sax è un gatto solfeggiatore,/ va in giro per i tetti da solista/, e chiama invano la batteria/ assorta in un sogno di coreografia/. Il gatto solfeggiatore,/ ostinato,/ sulla lucentezza della pista/ reclama al contrabbasso,/ musicista di passaggio,/ con lo humour di uno scarafaggio:/ Voglio blues, ballate,/ sentire lo swing./ Infine sorge il sassofono tenore/ che è un vero signore/ e il cabaret/ torna ad essere quel che è./ Ecco qua, dunque,/ l'opera prima di Toni Tiptape.

Ascoltate ora l'epilogo:

Intanto il sussurro,/ in mi bemolle,/ lascia udire la sua voce:/alloro per il sassofono tenore/ con anima di compositore./ È il bluesman / della modernità,/ il duca Ellington / ha in un altare,/ e nei clubs/ di Nuova Orleans/ plaudono l'astro/ toccato dalla magia/ di Louis Armstrong.

(Pausa.)

Li ho chiamati, mamma, i miei ammirati fatti sono qui... E ci sono anche tipi sconosciuti in giro per le stanze... (Pausa.) Sì, mamma, non fare quella faccia da tartaruga santarella, (Gesto contenuto di donna fatale.) Ho riempito la mia casa di uomini... (Si sente un tenue canto gregoriano.) Oh, adesso quest'altro si mette a pregare! È un prete separato..., sì, mamma, per una volta hai sentito bene, Ofelia ha il suo orgoglio e quando ho saputo da Mati che il responsabile che io non sia stata Ofelia questa notte si è accoppiato con la mia migliore amica, ho creduto di perdere la ragione, mi sono buttata in strada a respirare la brezza del fiume... (Canticchia.) Dal ponte alla pioppaia/ un gracile piede la regge/ sul sentiero che rabbrividisce/ al ritmo dei suoi fianchi (Pausa.) Contro il parapetto ho visto un giovane attraente disposto a suicidarsi, gli ho parlato... Di che cosa? Beh, di Amleto. Di chi volevi che gli parlassi? Suggeriva il personaggio, gli mancava solo il teschio in mano... ma al suo posto portava un berretto da soldato, di modo che gli ho parlato, anche lui mi ha parlato e per poco non abbiamo finito col suicidarci tutti e due... (Si sente una marcia militare. Ofelia parla urlando.) Cosa!, No, questo non era il prete, dev' essere un ribelle del Golfo ... Macché gaglioffo!? Non è un gaglioffo, mamma, ha l'aspetto del pacifista, del metafisico, di mente critica... Mi sono detta: se Pepe se la fa con la filologa, io con il ribelle inizio una relazione. No, non nella tua abitazione! quella è una festa di cani e gatti. (Sollevando la voce.) Sto dicendo che mi sono messa solo con il ribelle... o ci proverò...

(Musica di tango.)

Gli ho offerto una bottiglia di cognac/ e il barbaro/ invece di svuotarla,/ ammiccando/ l'ha frantumata./ Ho intuito la scena:/ dietro una porta,/ vene tagliate.../ Ho abortito il tentativo,/ gli ho dato un sedativo,/ e in una fuga/ in avanti/ mi sono buttata in strada/ dietro l'ombra di Amleto...

(Pausa. Ofelia viene fuori dal riflettore.)

Là c'era un pischello dagli occhioni neri e l'aria da tango... e disse di chiamarsi Carlos, che uomo, un gioiel... Ma che Gardel? (la madre si aggiusta l'auditofono.) Sì, lo ammetto, sono fragile, ho abbandonato Amleto e l'incertezza scenica per un odontologo, che ora se la fa con la mia migliore... (Pausa.) Per questo andai al Caffé della Milonga

(Luci zenitali, atmosfera da tugurio incanaglito) Sono entrata in un caffé, il Caffé della Milonga...

Musica.

In un vecchio caffé,/ musica di sobborgo,/ maschera la sua pena/ una principiante.

In un caffé del passato,/ evocando le sue esperienze,/ un'attrice senza parte/ si perde in un'aria,/ ballo di rimpianti.

Una lacrima scende,/ un sospiro la incatena,/ e il polipo della scena/ l'avvolge in una rete/ per ordine di Atenea.

In un vecchio caffé,/ musica di sobborgo/ mentre a Ofelia/ un'eco d'istrioni,/ dolore di fisarmoniche,/ il suo dovere le ricorda.

(Pausa.)

Te l'ho detto: era un prete sposato e si è appena separato... È andato all'Arcivescovato e ha detto: good-night, poi alla sua parrocchia e good-bye, poi dall'ex sagrestano, bye-bye e a sua moglie, bye... (Pausa.) Forse aveva sbagliato vocazione... Aveva aspetto da primo attore... Nel caffé, non appena ha gettato l'occhio su di me, ha esclamato: Sia Lodato Gesù Cristo! E sempre sia lodato, ho risposto, perché mi è venuta fuori la vena mistica... Sono così sentimentale... (Pausa.) Di modo che mi sono portata l'ex prete a casa. Gli farò una prova... (Pausa.) Lo immaginavo già a dirmi : (Un altro punto scenico sotto un riflettore, con una ghirlanda di fiori sulla sua fronte e il libro di Shakespeare in mano) "Sei bella?" "Che cosa vuole dire Vossignoria?" "Che se sei onesta e bella, la tua onestà non dovrebbe ammettere patti con la tua beltà... Vai in un convento..."(Pausa.) Mamma, lo tengo in quella stanza, ma invece di mettere una "milonga", canta un gregoriano... (Suona il telefono) Sì? (A sua madre.) È Florencia, numero uno in vendita di pettegolezzi (Pausa.) Sì, tesoro, lo so, a Ofelia stanno mettendo le corna in un motel stile modernista, sotto un piumone viola abbinato alla decorazione della stanza... Attacca il ricevitore o ti attacco ( Si sente la musica di un violino.) Sì, amore, sono subito da te... (Esce di corsa e si ferma di colpo) Costui è un gigolò atipico, si è presentato con un violino... Un gigolò post romantico (Pausa.) Lo sai, mi sentivo doppiamente delusa, con desideri di rivincita, ho preso questo giornale... (Lo apre un po'.) Ho letto la sezione di offerte amorose.

(Legge una pagina mentre si sente una musica e canta.)

Essere o non essere,/ a dama in crisi,/ gigolò di bell'aspetto/ offre un giglio e un tè./ Il dardo,/ il dubbio di Amleto,/ la sua eredità,/ ha ferito Ofelia;/ Ecco qui l'evidenza,/ gli faccio una prova attorale/ o volo con lui a Venezia?

Dama in/ momenti bassi,/ un anonimo mormorio,/ di piano-bar,/ l'ha riscattata/ dalla sua nube di fumo./ Darò un colpo di mano/ e andremo a intrattenerci/ dove pesci di occhi afanalati/ fanno l'occhietto al mare.

Un'altra sera,/ nel caffé-bar/ si è sentito il pianoforte cantare:/ a dama in crisi,/ don Giovanni per ore/ offre un arcobaleno/ e una rosa.

(Pausa.)

Non fare quella faccia, mamma... (Si sente uno sparo.) Oh, mio Dio! (Corre verso la stanza e si affaccia.) Non vuoi sparare nel servizio militare e hai appena fatto centro su un vaso di porcellana cinese, impacciato, lo hai fatto a pezzi... (Si sente un fracasso in un'altra stanza.) Ma se è il cleptomane che nella clinica del silenzio si fregava tutto: ha rubato il mio spazzolino da denti, le calze, il rossetto, le mie sottane... Per poco non mi lascia senza mutande! ( Esce di corsa verso una stanza ma si ferma davanti a sua madre, che imperturbabile continua a lavorare a maglia.) E gli ho detto: gentile collega di elettroschock..., entra, per favore, nello studio dell'illustre cavadenti c'è di tutto, perfino la mandibola di Santa Apollonia, entra ed effettua un'accurata pulizia accidentale... Dentale no, mamma, accidentale...!

(Si sente un ritmo di jazz.) Sì, sì ti seguo Toni Tiptape...

(Musica. Con la paglietta ed il bastone)

Rompi loro il perone,/ giacché il minuto che passa/ è solo realtà/ in un orologio di cabaret./ Rompi il perone/ a colui che osò redigere nella sua tesi dottorale:/ l'esistenza è più di un ballo,/ poiché l'uomo è un essere/ nato per la carie.../ Come si può esporre un tale sofisma?/ Toni Tipape/ rompigli la testa.

(Continua la musica, e lei sillaba di fronte al personaggio-manichino.)

E quando compaia il dottore,/ senza la paglietta,/ il re del Music-Hall/ "zapatearà" il suo sorriso infedele/ e dal suo organo buccale/ non resterà in piedi un molare.

(Pausa.)

Oh! E tu tessi e tessi, facendogli un golf... (Pausa.) Vattene, mamma, esci da qui, che questa non è una Ofelia shakespeariana, ma una gallina puttanella che ha organizzato nel suo anniversario di matrimonio il proprio allevamento di galli.... (Lancia un chicchirichì lungo ed erotico, tende l'orecchio, dalle stanze risponde qualche altro chicchirichì. (Trionfale) Li senti, mamma? I galli mi spenneranno... (Pausa.) Madre, vattene, che si avvicina una baccanale... (Si sente un canto monacale. Ofelia si pianta in mezzo alla scena.) Ah!, finirò col fare una via crucis con il prete separato... (Si inginocchia davanti alla sua porta.) Sì, padre, La sento: errare humanum est; perseverare, diabolicum... (Pausa.) Ma tu lo senti, mamma? No, è meglio che non lo senti. (Si sposta in un altro angolo.) Sì, sì, lo so che è un po' forte, ma è da un sacco di anni che sono legata ad un uomo bello, spettacoloso, ma che sa dire soltanto: (Recita come se la madre fosse un paziente.) non urli che è nelle mie mani, apra la bocca, gengive che sanguinano, otturazione, risciacqui, anestesia, azione, estrazione, il prossimo... (Si spezza la sua voce.) Guarda che destino per una Ofelia senza Amleto... Cosa? Certo che sono sicura che Pepe mi inganna con... Sì, Carla! Quale altra? Mariela? Quella? Ma quella è una secca di merda... Una saputella... (Si mette gli occhiali da vista, si siede, prende un libro, espressione intellettuale.) Una sequenza di Marcolucci racchiude una forma nucleare allacciata a dei segni psicografici oltre la sua parabola filmica... (Pausa.) Non venirmi adesso con le tue speculazioni, mamma! Ma no, non mi agito, è che sarebbe il colmo... che Pepe e quella scervellata ... Chi? Ma cosa stai insinuando adesso? Adriana non mi farebbe mai una cosa del genere, e tantomeno in una giornata come quella di oggi! Inoltre glielo impedirebbe la sua formazione, ha fatto un master in educazione sentimentale nella città natale di Flaubert... (Pausa.) Mati mi ha informato... E quel che dice Mati va al Pentagono, perché Mati è la ragione pura del postmodernismo, sì, mamma, le coglie al volo, no, le mosche no, la cruda realtà quotidiana, mi senti? Ma quali denti? L'auditofono, mamma..., e se Mati dice que mio marito se la fa con... (Sorge un ritmo. Lei ondeggia i fianchi) È Harry il Lurido, non esattamente, ma nella clinica del silenzio ci metteva sempre i videofilm del suo eroe...

(Indossa un impermeabile e si mette un cappello, con un gesto da poliziotto duro.)

Musica

Non fare la bigotta/ e tendi l'orecchio:/ lui è il mio idolo/ ed io la sua smorfia./ Sai già la mia epica:/ una cronaca,/ come vedi,/ affatto triviale,/ seguo il mito con fedeltà/ da cane suburbano,/ poiché lui spazzerà/ nei giardini della malavita/ I fiori del male./ Ricorda:/ la sua ombra,/ il suo sorriso,/ la sua musica,/ il suo rock,/ la sua impronta, sono la smorfia/ di Harry il Lurido/, pupa...

(Pausa, abbandona il gesto.)

Insomma, casualmente il tipo è l'amante della pelirossa del quinto piano, andava ad incontrarla, ho sentito i suoi passi nelle scale... (Si abbassa il cappello e compone il personaggio.) Di nuovo tu, secca, attenta a me, ricorda che sono l'alter ego di Harry il Lurido e quando ho una donna davanti a me la riduco come per uno spot di detersivo... (Un'altra sfumatura.) Harry il Lurido, non ti ricordi di me? Entra, entra lì dentro e ti offrirò un bicchierino di anice... (Finge di cedergli il passo e intanto si sente un requiem) Maledizione! Adesso il prete sposato vorrà separarsi anche da me... È assuefatto all'erotismo della separazione, è quella la fonte dei suoi orgasmi.(Si sente squillare il telefono.) No, Mati, eh!, ti sento male... Già. (A sua madre.) Mati è tutta azione, telefona dalla sua macchina... (Pausa.) Pepe non è ancora arrivato... (Pausa.) Senti, ma sei sicura che il flirt sia con Carla?... Cosa? Per deduzione? Chiarendo incognite? Eh! Cosa? (Guarda sua madre, mentre segnala la sua tempia con il dito.) Secondo il teorema di... chi? Oh! (Il suo volto riflette un'ingenua ammirazione. A sua madre.) È che i neuroni di Mati sono esatti, sai? (Al telefono) Senti, lascia stare logaritmi ed altre storie, esigo di sapere che cosa ti abbia portato a questa conclusione! Come! Grazie al tuo computer? Certo, dovevo immaginarlo, sì, sì, tu e Carla siete le mie migliori amiche..., ma sei anche una solitaria con un computer nel letto, voglio dire, in camera. Ciao! (Mette giù.) Questa Mati... (Pausa.) Niente, mamma, niente, che Mati si accorge dell'infedeltà dei mariti delle sue amiche atraverso un terminal di computer. (Si sente una musica di violino.) Il violinista gigolò mi chiama... (Prepara due bicchieri di whisky e si dirige alla sua porta.) Come! Non beve whisky? Credevo che gli amanti "fuoristrada" si spazzolassero i denti con il vodka e... No? (Indicando l'annuncio del giornale.) Ma allora che razza di Don Giovanni è costui? Per vendetta? Dica, dica... Tu lo senti, mamma? (La madre nega.) Eh già, tu senti ciò che ti esce... (Pausa.) dall'orecchio... eh? (Pausa. Va verso la madre con espressione di chi sta per mettersi a piangere.) Sai cosa mi dice il bellimbusto? Che gli è fuggita la moglie, sì, il mezzosoprano, con il violoncellista della sua orchestra e per vendetta si è offerto come gigolò sui giornali... (Piagnucola.) ma lui ama soltanto il suo violino e la sua mogliettina che gli ovattava la vita... (Pausa.) Io... io posso sostituirla, da bambina avevo un buon orecchio, diglielo, mamma, diglielo tu, che avevi avuto un sogno scenico sulla pelle e ti ostinasti che mi chiamassi Ofelia... (canta un frammento di una romanza, dopo va dal violinista.) Come va? Potremmo fare un musical con il dubbio di Amleto... mentre Pepe (Piagnucola.) si accoppia con una delle mie migliori amiche... (Urla.) Non scoppia, accoppia (Pausa.) l'uditofono, mamma ... (Si sente uno sparo. Ofelia corre verso una camera.) Mamma, il tipo si è sparato una pistolettata... sulla scarpa! (Dalla soglia.) Ascolti, Lei è una minaccia, Le proibisco che vada in una qualsiasi guerra, la destabilizzerebbe, mi consegni l'arma... (Riceve un malloppo di fogli rilegati.) Cos'è questo? (Legge.) "Il manipolatore meraviglioso"... romanzo originale di... Si dedica a scribacchiare, eh? (Al manichino.) Scribacchino, non becchino! Eh...? Mamma, non mi sta gerundiando... (Andando verso la camera.) Ma Lei non era un ribelle disposto a suicidarsi per ...? Ah! l'ho interpretata male... Sì, sì, è il suo primo romanzo e non si rassegna al fatto che sia inedito... (Pausa.) E si uccide per le belle lettere... Che romantico, vero madre?

Musica.

Lo disse un francese,/ che non era Voltaire:/ le idee volano/ e le parole/ vanno a piè.

Una piuma di pavone/ si annidò nella mia intimità/ uno schizzo di qui,/ una riga di là,/ un flusso di parole/ scarabocchia l'anima/ della società.

Un pappagallo istruito/ aprì il becco/ nel cortile interno:/ il tuo ospite è un orso/ scarabocchioso,/ gli piace disegnare, anche narrare,/ memorialista scemo,/ neanche in corsivo/ mi fai un responsorio.

Un' errata corrige/ fa l'amore chinata,/ un originale inedito/ balla il valzer con il vento,/ un marinaio senza vela/ gioca a fare il creatore d'immagini,/ e sogna un romanzo.

Lo disse un francese,/ che non era Voltaire:/ le idee volano/ e le parole vanno a piè.

Pausa.

(Non sa che cosa farsene del manoscritto.) Chiederò a Pepe se conosce un editore e... aspetti! Perché aveva un berretto da soldato in mano? Lo trovò sul ponte, per caso... sì, sì, la vita è un'opera del caso... (Suona il telefono, Ofelia lascia il testo e risponde) Sei tu Mati? Sei arrivata dove?... (A sua madre.) Mati si è appena sistemata in una stanza del motel... vicino a dove lui e Carla... Dimmi! Li hai messi a fuoco nella tua videocamera? (Gesto scandaloso della madre.) li sta filmando, ma non nudi crudi, mamma ...(Pausa.) Sì, sì, Mati, ti sento, lui è in piedi e finisce l'ultima sigaretta... (Pausa.) Ma cara, non sarà un malinteso? Non starai riprendendo dei novelli sposi? No! (Pausa.) È evidente, mamma, quella stup... quella cret... quella ingorda... lo sta... capisci? Mati li ha colti con la mano nel sacco... Nel parco, no, nel motel... Ahi, questa madre! (Pausa.) Me ne rendo conto, Mati, l'immagine non è ottima, certo, il vetro della finestra sottrae qualità all'estetica dell'inquadratura... (Pausa.) Mati crede di star girando il suo primo film di denuncia ... (Urla) M'importa un corno di com' è Carla... (Veloce) Com'è? Che indossa la biancheria intima d'avanguardia più scandalosa? Ma la stai sentendo, mamma?... (Mentre informa e si spoglia) Fuori gli orecchini! Fuori i braccialetti! Fuori reggicalze rosa! No, è troppo veloce... Non sento! Cosa succede con le sue culottes di seta con gli automatici? Che se le sta...? Impossibile. È il nostro anniversario! Ci puoi credere, mamma? (Pausa.) Mamma dice di no! (Pausa. Al personaggio-manichino.) Mati dice che il suo zoom è da otto ingrandimenti... (Di soprassalto) Allora, come stai guardando Pepe? In boxer lunghi a pois colorati e bottoni di madreperla...? Oh! ( Al manichino-attrice) Non glielo avrai tessuto tu come regalo di anniversario, eh? Che cosa non fa una madre... (Urlando attraverso il telefono) Non ne voglio sapere di chi sta fuori dal quadro, neanche di piani ravvicinati... (Mette giù) Che fare? Anche Ofelia è seduta in culo all'esitazione...

Musica.

Che fare/ con l'odontoiatra/ infedele?/ Lo porto per l'orecchio/ dinanzi al magistrato giudice?./ Oh, Ofelia,/ l'influenza di Amleto/ ti ha sprofondato nell'indolenza.

In questo santuario/ dell'odontologia/ non c'è spazio/ per un'eroina/ elisabettiana/ quale frustrazione shakespeariana/ per un'Ofelia/ col sorriso/ di porcellana.

In un ambiente molto pop/ gioco a carte ed al golf,/ e sotto lo splendore di un brillante,/ mi ossequia un coro di yuppies galanti./ Ahi, Ofelia, ti illumina un sole d'oro,/ non lo diluire nel foro.

(Pausa, a sua madre.)

Cosa stai mormorando? Cosa stai insinuando? Telefonare al marito di Carla? E Ofelia infangata..., no? (Pausa.) Va bene... (Stacca il ricevitore, fa un numero e parla, affrettatamente) So che non è ora di telefonare, ma... Carla! No! (A sua madre.) È la voce di Carla... (Confusa.) Ma non eri in e con...? Come sono felice di sentirti come su un telegiornale, in diretta! Eh! Non sto interpretando, non ho neanche bevuto... Cosa? Siete molto agitati per il bambino... Stato febbrile? Lo hai appena messo a letto.... Oh, Carla! Non sai quanto mi dispiace di avervi disturbato con questa chiamata... (Pausa.) Se mi succede qualcosa? Beh... (Guarda desolata sua madre, che fa segno di no con la testa.) Cosa vuoi che mi succeda il giorno del mio anniversario di matrimonio? Ehm, se la febbre del bimbo si deve a un dente da latte ..., mio marito sarà là in un batter d'occhio, perché Pepe è il Re della Carie. Faringite? Ah, già... Allora... scusa Ofelia... Buona notte... (Mette giù. A sua madre.) Carla non sta facendo esibizione del suo reggicalze rosa, nè della sua culotte con automatici a mio marito... Allora quale paranoia erotica sta filmando Mati?... Non ci capisco niente... (Osservando la madre.) Che Mati... cosa? Turbare una relazione? Sì, sì, si è sempre sentita attratta da Pepe, ma... (Pausa. Voce debole.) Mati non farebbe mai una cosa del genere... (Suona il telefono.) È Mati, mamma... (Gesto di scusa del manichino-attrice) Senti, fregadentisti... Perché non ti fai un primo piano e riprendi il tuo culone chiappone? Per di più, sai che cosa ne pensa Pepe di te? Che sei una dentuta e soffri di una irreversibile odontite mentale... Come? Che è lui quello dei due che ti interessa di meno? (Pausa.) Che cosa avrà voluto dire? (Sbalordita, interrompe la telefonata. Intanto si sentono dei passi sulla porta della scala, anche il rumore di una chiave nella serratura in mezzo a una luce laterale acciecante, mentre viene proiettata una sagoma maschile.) È lui! (A sua madre.) Torna, come aveva detto, dalla sua guardia nella clinica dei soci... ed io con la casa piena di galli esasperati... (Adesso l'azione prende un ritmo delirante: lei deambula nella stanza, nel suo smarrimento prende i cappelli dall'attaccapanni, le cadono dalle mani mentre li prova ad uno ad uno.) Toni Tiptape, e adesso cosa?... (Attacca il ritmo di jazz di Toni Tiptape. Ofelia si lascia trasportare dalla musica e danza e canticchia , ma poi torna in sé e chiede silenzio) E tu, Harry il Lurido... il tuo forte è indagare in modo inflessibile, no? (Si sente la canzone di Harry il Lurido e lei viene di nuovo acchiappata dalla musica, anche se d'improvviso la ferma con una manata e si affaccia ad un'altra stanza.) Dio Santo! Il cleptomane non ha lasciato neanche una biro nel suo studio... (Si sente un violino.) Il violinista gigoló che evoca ancora una volta la sua amata... (Pausa.) Il romanziere ribelle!....(Lancia un'occhiata dalla soglia.) Stai distruggendo la camera e tu ancora intatto... Aspetta! Non suicidarti del tutto... chissà che al tuo cervello favolista non venga in mente qualcosa che aiuti questa Ofelia ad uscire salva da...(Pausa.) Cosa fare? Il prete separato... (Suona una musica sacra) Sempre più gregoriano! (Gira la testa.) Mamma, reagisci, dimmi qualcosa (Si avvicina al manichino personaggio, tende l'orecchio, annuisce diverse volte. Alla fine, abbagliata, esclama.) Come consulente per l'immagine di una donna sposata non c'è niente come la propria madre! (Prosegue con il gioco dei cappelli nel mezzo di un concerto di chicchirichì. Silenzio totale. Ora Ofelia avanza mostrando i cappelli verso il bagliore laterale.) Caro, non ci crederai, ma sei a tal punto odontologico e il tuo prestigio è cresciuto a un punto tale che i pazienti stanno già assalendo casa tua con notturnità e senza pietà...

BUIO FINALE